Ho deciso di non riparare più per conto terzi.
Quando ci sono di mezzo i soldi, anche pochi, da quando sussiste l'attuale
credenza modernamente occidentale che tutto ti sia dovuto in generale ed
ancora di più se paghi, che tutti sono tuoi schiavi e tutti devono
sottostare al tuo pensiero, allora tutto va in malora, anche partendo dalle
migliori intenzioni.
Riparo poco e a poche persone, perché di mezzo c'é l'affetto ed il cibo,
soldi solo rimborso spese, se sono costretto ad anticiparli e sono una cifra
cospicua, altrimenti si va di scambio materiale, per il resto è solo
l'occasione per incontrarsi e stare insieme che poi, in fondo, lo si fa solo
per questo motivo, condividere tempo, interessi e sentimenti.
Aò, e basta un pò co' 'sta paternale!!!
Piuttosto dicce che c'hai fatto co' 'sto computer vecchio e soprattutto
dicce se sei riuscito a riparallo!!!
E nulla, con voi non c'è proprio la possibilità di esprimere la vena poetica
che forte scorre in ognuno di noi. :-)
Stefano: "Per favore, mi devi aiutare"
Io: "Non c'ho 'na lira"
Stefano: "Non si tratta di soldi"
Io: "Il prosciutto nun te lo affetto, vattelo a comprare al
supermercato"
Stefano: "No, no, né cibo né soldi. Devi aiutare una
persona a cui tengo particolarmente. Gli devi riparare un Macintosh"
Io: "Se, vabbè, lallero. Lo sai, non ho il tempo né la
testa per prendermi la responsabilità di una riparazione"
Stefano: "Ti prego, gli devo tanto e gli sono molto legato"
Io: "Mi spiace Stè, non ce la faccio mentalmente, lo sai in
che situazione mi trovo"
Stefano: "E' anche un collega, non puoi dirmi di no"
Io: "Guarda, ora che mi hai detto che è anche un collega, a
maggior ragione......"
Stefano: "Ti prego, aiutami"
Io: "Aridaje...."
Voi Stefano non lo conoscete, a Roma esiste una ben precisa definizione
evocativa e colorita per identificarlo, però, in fondo, è una brava persona
e alla fine non ci fai più caso e te lo tieni per quello che è, un caro
amico rompic.......(no, non era questa la frase evocativa :-) )
Dopo due settimane di continue sollecitazioni, per amicizia, ho ceduto.
Stefano: "Goffrè, ci sono riuscito, il tuo Mac
lo diamo a Carlo, ci penserà lui, o almeno ci proverà"
Goffredo: "Grande Stè, mi fate felice. Io
non posso muovermi, ce la fareste a venire voi da me? Per sdebitarmi vi
porto a cena fuori. Chiedi a Carlo se preferisce carne o pesce"
Stefano: "Ora chiedo"
Io dò molte soddisfazioni a tavola, ma sono un carnivoro amante della pasta,
per cui la scelta non è stata difficile.
P.S. se mi date il pesce, divoro anche quello, sia chiaro :-)
Così un bel dì di agosto, complice un venticello ristoratore, andiamo a
trovare Goffredo al mare.
Devo essere sincero, non credevo di entrare subito in sintonia con lui e la
sua compagna, in genere sono abbastanza orso, bello, affascinante,
muscoloso, simpatico e capellone, ma orso.
Tanto lo so che , a questo punto, non vi importa più nulla del Macintosh e
siete curiosi di sapere quante cose buone ci ha fatto mangiare e bere
Goffredo ma, per privacy, non posso fare nomi nè avverbi, per cui non
saprete mai da me che in questo posto abbiamo mangiato e bevuto benissimo,
io non ve lo dirò mai!!!!!
N.d.R. da qui in poi inizierà la parte tecnica, se volete, potete anche andarvi
a preparare un panino al prosciutto e sorseggiare allegramente una pinta di
birra ghiacciata :-)
Non ho una grande esperienza sulla famiglia SE, sono sempre intervenuto nella
sezione analogica, figurati se non mi andavo a scegliere un guasto documentato
da una sola altra persona nel web.
Quello che vedete in foto è una particolare forma del guasto noto ed
identificato col nome di "SimasiMac", una particolare forma di pattern video, in
genere verticale, uno stile a zebra con un motivo a zig-zag, ondulato a spina di
pesce. SimasiMac, perché lo SE/30 lo chiamavano così i giapponesi.
In genere, prima di affrontare una problematica a me sconosciuta, cerco di
documentarmi il più possibile, per essere indirizzato nella soluzione del
problema ma, soprattutto, perché ho modo di imparare nozioni e procedimenti
nuovi, ogni guasto sconosciuto è una nuova sfida da affrontare per migliorarsi,
anche se la sfida la si perde.
Questo è il primo SE/30 che riparo e noto, con tristezza, che monta i barilotti
elettrolitici smd che tanti Macintosh Classic e Classic II hanno rovinato, che
poi se ci si metteva anche la batteria al litio, la distruzione ed il relativo
passaggio a miglior vita, era certo.
Nel nostro caso Goffredo aveva sempre tenuto sotto osservazione la batteria, ma
nulla aveva potuto contro le esalazioni acide dell'elettrolita degli
elettrolitici, peraltro ben mascherata.
Il guasto, nel nostro caso particolare, figlio della casistica generale, era la
mancanza del "bong" iniziale a fronte dell'accensione ed il particolare pattern
in cui righe verticali a scacchiera, si alternavano a porzioni di schermo a
visualizzazione corretta (nel caso del simasimac classico le due tipologie
verticali non sono distinguibili).
Purtroppo sò già coma mi aspetterà, maledetta presbiopia.
In ogni caso, il recap degli smd è necessario, sia per rendere il Mac
funzionante nei secoli dei secoli, sia per pulire la scheda logica dai vapori e
dai residui e sedimenti dell'elettrolita evaporato.
I vapori dell'elettrolita sono più subdoli perchè attaccano parti del circuito
stampato in genere non visibili, come pad e piste fine poste sotto i circuiti
integrati, anch'essi quasi tutti smd.
Ma soprattutto attaccano il rame sotto la vernice protettiva superficiale.
Ora mi permetto di esternarvi un mio pensiero: quando tuo figlio ti insegna
delle "cose", vuol dire che il tuo ruolo di genitore ha avuto successo, vuol
dire che tuo figlio è migliore di te e, quindi, i tuoi sacrifici hanno avuto un
senso e quindi successo.
E così mi sono ritrovato a chiedere ad Emanuele di insegnarmi di nuovo a
maneggiare i componenti smd.
Il primo condensatore, lui ad operare ed io ad apprendere i suoi consigli, gli
altri io ad operare e lui a supervisionare
In fondo, basta avere la strumentazione adatta ed un misto di manualità ed
esperienza.
Prima di tutto, si mette con un attrezzo appuntito e professionale(uno
stuzzicadenti di legno) del flussante sui pad del componente da eliminare.
Con il saldatore si aggiunge dello stagno al flussante ed alla piazzola, in
modo da pulire la zona circostante dalle ossidazioni e da ravvivare la
lucentezza dello stagno della saldatura.
Una volta effettuate queste operazioni su tutti gli elettrolitici incriminati,
si inforca la stazione ad aria calda e, con movimenti circolari, si inonda il
componente del magmatico flusso di aria calda, fino a che lo stagno inizierà a
fondersi (questa è una sensibilità ottica che si acquista con l'esperienza).
A quel punto, con delicatezza e con l'ausilio di pinzette a becco ricurvo (per
me migliori di quelle a becco dritto), togliete il componente.
Non esagerate con il flusso di calore e con la sua temperatura e, soprattutto,
con la vicinanza dello stilo allo stampato.
Non forzate il distacco del componente, rischiate di portare via il pad di
collegamento, che quasi sempre ha un pad corrispettivo dal lato opposto del
circuito stampato.
Una volta tolto il componente, con il saldatore, utile in questi casi una punta
a 45°, rinfrescate la piazzola avendo l'accortezza di togliere lo stagno in
eccesso, rendendo il pad pulito e lo stagno lucido.
Ci sarebbe da pulire con alcool isopropilico il lavoro di asportazione testé
effettuato, ma visto il trattamento che andremo a compiere tra poco, non si
rende necessario.
Altra accortezza consiste nel direzionare il flusso di aria calda facendo
attenzione alle parti in plastica poste nelle immediate vicinanze, si corre il
rischio di fondere la plastica e creare parecchi danni, non solo estetici
(guardate dalle foto i tre condensatori vicino al connettore di alimentazione).
Se siete arrivati a questo punto, leggendo e seguendo i miei consigli, o siete
più bravi di me oppure vi siete scolati non una ma due pinte di birra :-) :-)
:-)
Ora attrezzatevi con un contenitore in cui inserire la scheda logica e
recuperate dello sgrassatore liquido spray (non vi dico la marca ma aguzzate la
vista).
Ora inondate la scheda sotto, ma soprattutto sopra e lasciate
che il liquido faccia il suo dovere per una decina di minuti.
Munitevi ora di un pennello a setole lunghe e morbide e passatelo delicatamente
ovunque serva a portar via acido e sporcizia, divertendovi a far apparire nuvole
di schiuma.
Le scritte non andranno via (fate attenzione comunque che lo sgrassatore da voi
utilizzato non sia particolarmente aggressivo, eventualmente testatelo su schede
di recupero), fate solo attenzione alle etichette adesive di carta.
Lasciate che la schiuma scompaia e, dopo altri 10-15 minuti, sciacquate con
abbondante acqua corrente.
In funzione della temperatura esterna, asciugate al sole, asciugate sul
termosifone, asciugate con il phon, asciugate con abbondante alito caldo dopo
aver mangiato una bella bruschetta con sale, olio e uno spicchio d'aglio
spalmato sopra.
L'unica cosa che dovete fare è accertarvi che non ci siano più residuati di
liquido che creerebbero bei cortocircuiti, spedendo i vostri preziosi circuiti
integrati agli alberi pizzuti (frase in dialetto romanesco che indica l'invio
all'altro mondo del soggetto in esame).
Nel caso usaste un compressore, come spesso consigliato in rete, fate attenzione
che un forte e ravvicinato getto di aria potrebbe far saltare qualche
componente.
Io ho messo ad asciugare al sole la scheda e poi l'ho lasciata nello sgabuzzino
per due giorni, perché non presente in casa, prima di passare al montaggio dei
nuovi condensatori.
Ed ora l'immancabile lista dei condensatori da sostituire:
C6 = 1uF 50V
C1 - C3 - C4 - C5 - C7 - C8 - C9 - C10 - C12 - C13 = 47Uf 16V
Facendo molta attenzione a non staccare i pad di saldatura ed a piegare i
bussolotti in maniera elegante, il risultato finale sarà quello della successiva
foto (in parte).
Voce fuori campo: "Soddisfatto del lavoro?"
Io: "Soddisfatto"
Voce fuori campo: "Rimontiamo ed
accendiamo?"
Io: "Si"
Voce fuori campo: "Sei
fiducioso?"
Io: "Per nulla"
Voce fuori campo: "Perchè?"
Io: "Perchè abbiamo ripristinato la
causa che ha creato il problema, non il problema"
Voce fuori campo: "Alla faccia della
fiducia....."
Voce fuori campo: "Accendi, accendi,
dai"
Clack (interruttore in ON)
Frfrfr (ventola in funzione)
Buuum (pezzo di qualcosa che vola nelle vicinanze del viso)
Clack (interruttore in OFF)
Che spavento 'taccisua........
Si, lo so, a cogl..., hai invertito la polarità del condensatore...
Non offendere prego, da quando mi è scoppiato vicino alle mani un condensatore
di alta capacità e tensione per inversione della polarità, i montaggi li
controllo e ricontrollo e ricontrollo e ricontrollo.
Non so come sia potuto accadere, l'unica ipotesi degna di credibilità, oltre al
fatto che magari la tensione di targa era fasulla, è la certa provenienza
dall'estremo oriente.
Pulisco per bene il danno creato, con viscere di condensatore sparse ovunque e
rimonto un nuovo condensatore per constatare che, nulla è cambiato da casa di
Goffredo.
Mi accingo quindi ad effettuare il lavoro certosino che si era prospettato fin
dall'inizio.
Il SimasiMac in generale, è causato dall'interruzione di una o più linee di
indirizzi o dati del flusso dati.
Quindi, ora, è necessario più che mai avere lo
schema elettrico per poter procedere oltre.
Qualsiasi linea dati o indirizzo, o qualche linea di controllo ausiliaria,
potrebbe scatenare il guasto.
Interruzione fisica naturalmente causata dalla fuoriuscita dell'elettrolita dei
condensatori o dall'acido della batteria.
Nel nostro caso in particolare, la problematica è circoscrivibile alla zona che
gestisce il segnale video e, di riporto, le linee SIMM-ROM e SIMM-RAM.
Ad una prima ispezione visiva con lente di ingrandimento d'ordinanza
proveniente dal cassetto di mio padre e datata antecedente gli anni '60 del
secolo scorso, non si notano interruzioni né saldature fredde.
Alcune piste sono annerite, ma al veloce controllo di continuità, non presentano
interruzioni.
Mi appresto quindi a controllare (vedi schema elettrico, sezione VIDEO
INTERFACE, pagina 5-9), le linee A(x) e D(x) sugli integrati UK6 (ROM
Video marchiata Apple 341-0650-A equivalente ad una 2764), sulle ram video UC6 e
UC7 (delle 41264-12) e sugli integrati multiplexer UA8 - UB8 - UC8 e UD8
(identificato sul corpo con la sigla Apple TIF026 ma che in realtà corrispondono
a dei normali integrati TTL 74F253.
Dalla foto potete identificare i percorsi che sono andato a controllare per poi
scoprire che c'era un'interruzione tra la rom video UK6 ed il multiplexer UD8,
in particolare sulla linea indirizzi A(0).
Non ho voluto continuare la ricerca, ho preso il filo per il wrapping AWG28, ne
ho saldato un pezzo provvisorio ai due piedini, ho rimontato il tutto, riacceso
e......stesso difetto, stessa schermata, stesso comportamento.
No, dai, non è possibile, qualcosa doveva per forza cambiare, foss'anche una
sola linea verticale.
Fammi ricontrollare se ho fatto le cose per bene e, udite udite, si era
ristaccato il filo durante le operazioni di rimontaggio.
Risaldo per bene il filo, per sicurezza ne ricontrollo la continuità, riaccendo
e.............
....la luce alla fine del tunnel rischiarò l'oscurità che ci accompagnava e ci
guidò benignamente alla confusa vista dei prati verdi in fiore e degli alberi di
frutti colorati carichi.....
Chissà, magari sono ancora i postumi del buon vino che Goffredo mi ha fatto bere
alla cena della scorsa settimana.
Neanche ve lo sto a raccontare quanto tempo ho impiegato a fare i controlli,
prendi e posa i puntali del tester per prendere e posare la lente di
ingrandimento per prendere e posare la matita rossa per segnare i collegamenti
controllati.....che brutto non vedere più come una volta e sentirsi vecchi.
Mentre effettuavo i test, mi sono accorto che ferrite della bobina per la
regolazione dell'ampiezza orizzontale, era praticamente tutta fuori quasi a
cadere. Reinserita e regolata per una migliore immagine, stessa sorte toccata
anche all'ampiezza verticale tramite la regolazione del trimmer, anche questo
sulla scheda analogica.
Come ultima operazione, sagomo il filo per wrapping per fargli fare un bel
percorso e lo incollo allo stampato con un pò di colla per renderlo fermo, per
poi rimontare tutto il Mac ed informare Goffredo e Stefano della riuscita
dell'operazione a cuore aperto e che la parcella gli arriverà direttamente a
casa con le coordinate per effettuare il versamento forzatamente volontario che
servirà a ripagare l'acquisto di una fornitura per occhiali da vicino da qui
alla pensione.
Conclusione.
In fondo, la Vita è tutta qui, affrontare le sfide che ci pone ad intralcio sul
nostro cammino per cercare di superarle o quantomeno schivarle limitando i
danni, per imparare ad essere migliori, per imparare ad essere felici.
Stefano: "Goffrè, smettila di versare il vino nel bicchiere
di Carlo"
Goffredo: "Eh, eh, eh :-) :-) :-) "
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