Telefunken T65

Lo schema elettrico utilizzato durante la riparazione è quello che potete scaricare qui e qui.

Qui invece potete trovare la scansione della scala parlante, salvatela in locale e trattatela con gli strumenti a vostra disposizione.

Le figure che seguono ed i commenti a corredo, mostrano la radio prima e dopo il restauro del mobile e l'intervento atto a ripristinare il funzionamento elettronico.













Comprai questa bella radio ad un mercatino rionale romano circa due anni fa. Si presentava in ottime condizioni estetiche e, a detta del venditore, era perfettamente funzionante. Ad una prima impressione erano stati sicuramente sostituiti gli elettrolitici di filtro ed una parte delle valvole con le equivalenti della serie rossa Philips. Per due anni è rimasta su un ripiano della mia libreria in salone fino a che mio fratello non l'ha scelta per portarla nel suo di salone a farle bella mostra di se.

Dopo averla smontata e collocato lo chassis sul banco di lavoro, la radio è stata accesa con tranquillità tramite variac e, come nella maggior parte dei casi accade quando compri una radio data per sicuramente funzionante, non era per nulla operativa. Un'appunto per coloro si trovassero nelle condizioni di doverla smontare: le manopole frontali si svitano normalmente, quelle più grandi posteriori invece si svitano tramite due opportuni fori nel legno nella parte inferiore del mobile, così come il telaio si libera con quattro grosse viti nella parte inferiore. Bisogna usare molta cautela perché il telaio è molto pesante e rovesciare la radio per svitare il tutto può esporre a molti pericoli. La manopola laterale del cambio gamma di sfila semplicemente facendo leva dalla parte interiore. Di seguito due foto esaustive.

    

Una volta avuto lo chassis libero, venivano confermate le prime impressioni: gli elettrolitici a vitone erano stati sostituiti con modelli degli anni 60-70 assiali (e gli originali inviati direttamente nel secchio), alcune resistenze risultavano sostituite (anche se il modello montava resistenze a strato di carbone di stile moderno con codice di colori, strano per una radio di questo periodo, non mi era mai capitato). Tre valvole risultavano sostituite con le equivalenti della serie rossa Philips (la WE16 con la EF9, la WE19 con la EBC3, la WE15 con la EL3N). Prima di pensare al restauro vero e proprio ho provveduto alla sostituzione temporanea degli elettrolitici ed alla sostituzione del condensatore di disaccoppiamento con la finale che era molto in perdita. Poi con il variac di nuovo un test di accensione per verificare le tensioni e gli assorbimenti e, sorpresa sorpresa....nulla. Diavolo di un venditore....

Verifico la continuità del filamento della raddrizzatrice WE55 e risulta interrotto, per test verifico anche il filamento dell'occhio magico WE12 che non si accendeva ed anche questo risulta interrotto. Sostituisco la WE55 con la AZ1 prelevata da un'altra radio e tralascio per il momento l'occhio magico. Ora la radio accende, le tensioni sono di poco superiori alla norma, ma l'audio si sente con scrocchi e falsi contatti a volume bassissimo (anche se settato al massimo) ed hum improvvisi e potenti toccando la finale. Dopo aver sfilato la finale audio vedo che aveva subito un tentativo di riparazione risaldando tutti i piedini il che non aveva di certo risolto il problema. Prelevo dalla solita radio anche la finale e ripeto la procedura di accensione. Ora si accende tutto, l'audio è ok e le tensioni anche. Tutte le bande si ricevono normalmente con ottima sensibilità .

   

Sopra due foto degli stemmi della EF9 e della WE55. La prima impressione che ho avuto della radio in funzione è stata della purezza della ricezione, non si sentiva il minimo ronzio di sottofondo e il suono in uscita dall'altoparlante era chiaro, caldo e piacevole da ascoltare. Per quanto riguarda il lato inferiore dello chassis non mi è piaciuta per nulla la disposizione dei componenti, apparentemente caotica, sparsa e posta per riempiere tutto lo spazio. La situazione è molto migliorata dopo aver tolto i vecchi condensatori ed aver inseriti i nuovi a vitone. Molto particolare e complicata la doppia sintonia per le onde corte dotata di espansore di gamma molto efficiente, ho riportato alcune foto perché è un bel meccanismo.



Vista posteriore della scala parlante che non è fissata allo chassis ma direttamente al mobile: fate attenzione ai ganci di fissaggio che per motivi di scioglimento della protezione oppure per insecchimento o mancanza dello stesso, possono graffiare la delicata serigrafia. I graffi che notate a sinistra sono dovuti all'errato inserimento dello chassis nel mobile (causati dallo sfregamento del perno di sintonia). Di seguito trovate un primo piano delle manopole.



Lo chassis prima del restauro, si notino i fori dove erano ubicati gli elettrolitici.



Di seguito trovate uno scorcio dei tre sistemi per la sintonia: in alto la commutazione di gamma, al centro la sintonia grossa e, spostato un po' più a sinistra il meccanismo di sintonia fine.



Lo stato dello chassis inferiore prima dell'intervento; si notino i quattro elettrolitici e le resistenze a codice di colore. All'estrema destra le due bobine per la sintonia fine comandate dalla ghiera in plastica opportunamente sagomata e comandata dal perno centrale della sintonia.





Sopra particolare del comando meccanico della sintonia fine e il meccanismo della segnalazione del cambio gamma ad ombra per la scala parlante.





La foto che segue mostra lo chassis pulito con olio di gomito (in realtà è stato pulito a fondo con petrolio bianco e chi lo usa sa quanta fatica serva per riportare allo splendore le superfici metalliche) e completo di due nuovi condensatori a vitone. Viene anche presentato l'aspetto della parte inferiore dopo la sostituzione dei componenti non funzionanti. Qui potete trovare l'articolo che spiega uno dei metodi per il corretto riutilizzo dei condensatori a vitone.





La foto seguente mostra il meccanismo completo della sintonia fine nella gamma delle onde corte.





Di seguito trovate le foto della radio restaurata. Purtroppo non sono un buon fotografo ma vi assicuro che il risultato finale è migliore dal vivo che in foto. Una volta finito con la parte elettronica, mi sono cimentato in quella che pensavo fosse la parte meno difficoltosa, cioè la pulizia delle parti staccate e del mobile: invece è stata l'operazione più impegnativa per via del tempo occorso. Come accennato all'inizio, il mobile si presentava in condizioni molto buone per cui pensato che una buona pulizia ed una successiva lucidatura bastassero a riportarlo agli antichi splendori, invece così non fu. Chi mi ha preceduto aveva provveduto a passare una cera coprente sul mobile, per cui tutti i difetti erano stati celati; per contro la pulizia del mobile ha riportato alla luce la screpolatura della vecchia gommalacca, la presenza di molti graffi e soprattutto la presenza di una bella impiallacciatura in radica del frontale (la parte esterna, quella più scura in foto). Questa situazione mi ha costretto a sverniciare il mobile e a trattarlo di nuovo con verniciatura a tampone e cera d'api: le foto che seguono, anche se non belle, mostrano le venature del legno del mobile e del frontale. Un'appunto: negli anni precedenti alla parte in radica più chiara che circonda la scala parlante, era stata data una ripassata di gommalacca a tampone e le righe che un tampone non in buono stato lascia erano chiaramente visibili.



 









La foto di sopra mostra quello che credo sia l'azienda che allora produceva i mobili per Telefunken, lo suppongo in quanto non è il primo mobile che vedo così marchiato. Se qualcuno mi fornisse indicazioni in merito gliene sarei molto grato. (in realtà credo che fossero fatti dalla Minerva di Luigi Cozzi L'Aquila).







La scala parlante di notte. Dimenticavo di dire che l'occhio magico WE12 è stato poi sostituito con una EM4.



 

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