Potete trovare lo schema elettrico
qui,
qui e
qui. La scansione della scala parlante potete
scaricarla qui sotto.
Nella riparazione delle radio c'è un metodo di massima fornito dalla logica,
dalla documentazione tecnica e dalla teoria, c'è il modus operandi che ognuno di noi
ha imparato e c'è la radio, radio che è capace di stravolgere ogni schema,
richiedendo attenzioni che solo a lei dedicherai, come gli esseri umani, ognuna
differente dall'altra.
Quando ho comprato in un mercatino romano questa Magnadyne S182, pensavo di
avere vita facile, esteticamente si trovava in condizioni molto buone, molti
graffi dovuti all'età ma nulla di distruttivo, piccoli pezzi di impiallacciatura
mancanti, una manopola e la raddrizzatrice assenti e molta molta polvere.
N.B. la 5Y3 che vedete così lucida, è opera mia, prelevata dal cassetto del
materiale buono per portare a termine la riparazione.
Le sorprese sono venute fuori dopo la rituale pulizia dalla polvere e dalle
occupazioni abusive di ragni e delle loro suppellettili.
Anche questo telaio Magnadyne presentava fioritura delle parti di alluminio e
ruggine sul telaio: di tutte le Magnadyne anni quaranta e dintorni che ho
riparato, nessuna ne è stata esente, questa volta ci avevo creduto.
Cosa fare? Restauro totale? Pulizia, eliminazione della ruggine e protezione da
essa per il futuro? Nessun restauro ma riparazione e basta?
Pulizia, prima di tutto pulizia del telaio ed eliminazione della ruggine senza
intaccare o rovinare troppo.
Restauro o riparazione?
Non lo so ancora, sicuramente restauro dei componenti a vista sul telaio
superiore e restauro dei componenti al di sotto, se permesso.
Dico se permesso perché, vista la presenza del trasformatore di alimentazione
nella parte nascosta del telaio, la zona è
molto affollata e ci sono problemi anche solo a vederli i componenti,
figuriamoci a mettere il saldatore e le mani.
Comunque, come al solito, forse una via di mezzo sarà la soluzione migliore.
La pulizia del telaio, che non è la semplice eliminazione della polvere, l'ho
effettuata con aceto al 7% di acidità, carta vetrata molto fine da 1200, della
vasellina liquida ed un pennello a setole corte e compatte.
Se non si vuole tenere il telaio rugginoso e, all'opposto, sottoporlo ad
elettrolisi, si può optare per una via intermedia, cioè l'uso dell'aceto per
sciogliere la ruggine e successivamente proteggerlo con della vasellina liquida
(in particolare, ne ho usata una spray); la carta vetrata molto fine la si
usa dopo che si è lasciato agire l'aceto per 10 o 15 minuti, facendo attenzione
che sul telaio ci sia ancora abbastanza liquido da bagnare la carta vetrata e
non graffiare il telaio.
Ripetuti interventi di questo genere permettono di ottenere il risultato che
vedete nelle foto finali. I segni della ruggine sono ancora visibili (e sempre
lo saranno a meno che non si decida di frullinare l'intero telaio), non c'è
fioritura e lo strato di vasellina permette di evitare il contatto del
metallo con l'aria evitando quindi l'ossidazione, lasciando la vasellina uno
strato protettivo che dura nel tempo.
Come potete vedere dalla foto seguente, la ruggine non ha più il colore
rossastro ma è diventata nera, segno che la reazione chimica ha fatto il suo
effetto.
Mi ero dimenticato di dire che l'interruttore di accensione, sul potenziometro
dei toni, era interrotto, così lo smonto per vedere se si poteva fare qualcosa, magari
metterci la striscia di grafite di uno moderno, ma nulla, le dimensioni sono
fuori standard e la striscia di grafite è messa in posizione verticale ed il
cursore ha quindi una posizione anomala. In questi casi o
si cambia seduta stante con un potenziometro nuovo, oppure vecchio ma
funzionante oppure ne trovi uno simile, magari di una radio della stessa marca,
con la quale risolvere il problema e, se sei così fortunato, funziona così
com'è.
Secondo voi che dose di fortuna mi è venuta incontro?
Bravi, avete capito.
Il potenziometro l'ho ricavato da un telaio tutto arrugginito di una Magnadyne
S22, e tale era anche il potenziometro, tant'è che neanche era possibile girare
l'alberino con le pinze, ma la parte retrostante che conteneva l'interruttore
era poco arrugginita e funzionante.
Il bicchiere era mezzo pieno e me lo sono anche bevuto :-)
L'operazione richiede tempo e va fatta con attenzione, smontare tutti e due e
rimontare quello funzionante sul potenziometro migliore.
Dopo questa operazione, fatta in parallelo alle attività di pulizia del telaio, sostituisco
direttamente i condensatori della zona tra telaio, trasformatore di alimentazione
e le valvole 6V6 e 5Y3, tutti in perdita.
Tutti i condensatori sopra il telaio, gli elettrolitici di alimentazione ed i
condensatori di controreazione sul TU vengono svuotati e riempiti con
componentistica nuova, per mantenerne l'aspetto (la parte superiore è quella
sempre a vista).
Tutta la zona circostante pulita a fondo prima di rimontare i componenti,i fili
screpolati sostituiti con altri di egual colore e periodo storico, quelli
semplicemente sporchi di grasso e polvere puliti con panno bagnato e fatti
tornare come nuovi.
Una cosa a cui precedentemente non avevo dato molta importanza ma registrata nel
subconscio, era la presenza di due trasformatori di uscita audio sul telaio, uno
da cui partivano i fili che andavano all'altoparlante ed uno nascosto dietro le
medie frequenze.
Perché due?
Probabilmente il secondo era stato aggiunto successivamente durante una
riparazione.
Quando si procede con tranquillità smontando, ricostruendo e sostituendo,
difficilmente si fa riferimento allo schema (a meno di qualche appariscente
svarione o terminale scollegato) e così è stato fatto anche questa volta.
Praticamente tutti i condensatori a carta sono stati sostituiti e quasi tutti
restaurati, faccio un controllo sommario del lavoro svolto (un condensatore di
valore sbagliato prontamente sostituito) ed accensione tramite variac.
Una lampadina fulminata? Si, una lampadina fulminata.
Tensioni al primo e secondo elettrolitico di filtro nella normalità, 255V e
230V.
Si sente qualcosa?
No, nulla.
Controllo meglio lo stadio col trasformatore di uscita e ... il primario era
scollegato, sostituito dalla presa supplementare esterna dell'altoparlante.
Una volta ripristinati i collegamenti, appare il vero difetto: una forte
auto-oscillazione, senza controllo di volume, fastidiosissima, di volume molto
alto, presente su tutte le gamme d'onda meno due posizioni del commutatore in
cui c'è silenzio (poi, si vedrà che sono la presa fono ed uno scatto che non
è collegato a nulla corrispondente alla metà della scala delle bande sulla
destra della scala parlante).
Ricontrollo tutto il sostituito e tutti i collegamenti, questa volta da schema,
e mi accorgo di quattro cose:
1) il trasformatore d'uscita audio non ha la presa centrale per la massa, è
stato sostituito con un trasformatore per push-pull utilizzandone metà primario;
2) il trasformatore d'uscita originale, quello dietro le medie frequenze, ha il
primario interrotto;
3) il condensatore da 45pF dalla griglia segnale della 6SQ7 alla resistenza di
2Kohm sulla griglia segnale delle 6V6, va direttamente sul piedino 5 di
quest'ultima bypassando la resistenza;
4) Il piedino 3 della 6SK7 è collegato direttamente a massa.
Non vi sto ad indicare le prove effettuate ed i collegamenti ricontrollati, al
che decido di saltare tutto quello che avevo fatto fino a quel momento e di testare
empiricamente lo stadio che introduceva il problema: metto a massa tutte le
griglie segnale, una alla volta, partendo dallo stadio finale audio.
Griglia segnale piedino 5 della finale audio 6V6 a massa .... silenzio.
Griglia segnale della rivelatrice e preamplificatrice audio 6SQ7 a massa ....
silenzio.
Griglia segnale dell'amplificatrice di media frequenza 6SK7 a massa ....
silenzio.
Porca miseria, l'unica valvola che non avevo provato a sostituire, responsabile
del misfatto??? ... cappuccio metallico della convertitrice 6TE8 a massa e "zacchete" ....
silenzio.
Osservando lo schema e la resistenza da 31 ohm direttamente saldata sul
cappuccio della valvola (ma non era collegata ad un'altra griglia sullo schema), mi accorgo che c'è ancora qualcosa che non va: colpa
dello schema sbagliato o dello sciagurato che parecchi anni fa mi ha preceduto
nella riparazione?
Adesso troviamo un circuito simile che monta le stesse valvole e con il
confronto dei due schemi e del circuito montato vediamo di trarre ulteriori info
per la riparazione della radio.
Altri quattro indizi:
1) sostituendo la valvola il difetto permane;
2) scollegando la resistenza dalla griglia segnale il difetto permane;
3) resistenza scollegata e griglia segnale della 6TE8 a massa il difetto
persite;
4) mettendo a massa la resistenza da 31 ohm il difetto scompare e su qualche
banda c'è un accenno di sintonia.
Controllo lo schema della Magnadyne S175 e mi viene confermato che il piedino 3
della 6SK7 non doveva stare a massa ma collegato al catodo al piedino 5, mentre
ora e sullo schema sta collegato a ... nulla.
Ripristino, riaccendo, riscontro che non è cambiato nulla, sempre l'ululare auto
oscillante.
Visto che ci sono tolgo anche la resistenza da 31 ohm che riscontro essere stata
semplicemente aggiunta.
Mi metto quindi a ricontrollare collegamento per collegamento intorno
all'amplificatrice di media frequenza e alla convertitrice in alta frequenza.
Proprio allora mi accorgo quanto ci sia da imparare, in generale sempre, ma in
particolar modo quando qualcuno più in gamba di te ti ha preceduto:
semplicemente mancava il condensatore di fuga sul segnale che passava per la
prima media frequenza.
Non appena saldato il nuovo condensatore, il difetto scompare immediatamente ed
iniziano ad apparire i segnali radio.
Mi passano per la mente molti pensieri ma cerco di focalizzarli sulla radio e
non altrove, concentrando così le mie attenzioni su due parti opposte del
telaio, il commutatore del cambio gamma ed il trasformatore di uscita audio.
Circa 15 minuti di continue rotazioni e di ripetute innaffiate di spray
disossidante e la fontana di liquido nero e polveroso che colava, scompare,
tornando trasparante e con essa non si ode più la titubante ricezione delle
bande radiofoniche.
Ben più complicato focalizzare le attenzioni sul trasformatore di uscita audio.
La presa centrale del secondario fa parte di una catena di controreazione per
l'esaltazione dei soli bassi. Così come trovata, con il trasformatore
utilizzato, i bassi sono incontrollabili, troppo esaltati e distorti, rendendo
l'ascolto non solo fastidioso ma praticamente impossibile.
Mi si presentano quindi tre possibilità:
1) l'acquisto di un nuovo trasformatore di egual fattezze (scartato, ci vuole
troppo tempo ed è troppo costoso, la radio è un regalo di Natale e sono già in
ritardo e fuori budget);
2) l'acquisto e/o lo scambio con gli amici e soci AIRE di Roma (che, purtroppo,
non sortisce le aspettative volute, nonostante i molti aiuti ricevuti);
3) riavvolgimento ex novo del trasformatore (negozio, socio AIRE, da solo?).
L'opzione di far riavvolgere il trasformatore in un negozio che lo fa di
mestiere, mi farebbe girare Roma sotto Natale e mi farebbe spendere molti soldi,
per cui lo accantono. Ci sono dei soci AIRE che sono provvisti di bobinatrice,
ma risulta difficile incastrare i tempi e la fretta ed il pensiero di non
riuscire a portare a termine l'impegno mi opprimono.
Decido quindi di tentare l'impossibile, riavvolgere da solo il trasformatore, se
non dovessi riuscire a portare a termine l'operazione nel giorno prestabilito,
lo porterò dall'amico Franco C..
La speranza, in realtà, è quella di trovare il filo interrotto a pochi mm nella
parte interna vicino la saldatura del terminale e così, in realtà, accadrà, ma
dalla parte opposta dell'avvolgimento, interruzione a 2cm dal capicorda dopo
aver svolto 3280 spire da 0.14mm, intercalate strato per strato da carta oleata
finissima.
Non fraintendetemi, mi sono avventurato in questa impresa impossibile in quanto
aiutato da una bobinatrice manuale comprata anni or sono dalla Cina, senza il
supporto per il rocchetto di filo da riavvolgere, per cui lascio a voi pensare
alle difficoltà incontrate, rese ancora più ardue dal nuovo filo recuperato dal
motore di una stufetta elettrica a miglior vita passata.
Vi chiederete, a parte le problematiche riscontrate, quanto tempo hai impiegato
a riavvolgere il tutto?
Quattro ore, dovute al fatto che il nuovo rocchetto lo bloccavo io con le
ginocchia e che l'avvolgimento del motore era composto da due parti apribili a
libretto in cui il filo passava da una parte e l'altra e non poteva essere
separato, immaginatevi una grossa conchiglia infilzata da una matita e tenuta
ferma dalle mie ginocchia, anzi che ci ho messo così poco ...
Purtroppo ho dimenticato di segnare i dati dei lamierini, ma posso fornirvi il
numero di spire totali e la dimensione dei fili: prima viene avvolto mezzo
secondario (quello col maggior numero di spire, 47 spire da 0.77mm), poi tutto
il primario (3280 spire da 0.14mm) ed infine la rimanente parte del secondario
(27 spire da 0.77mm).
Il risultato ritengo sia stato, come prima esperienza in questo campo, ottimo.
L'unico difetto, credo dovuto al nuovo tipo di avvolgimento del trasformatore, è
stato quello di una esaltazione dei bassi non proprio profonda, il problema è
stato che il filo da 0.14 non l'avevo ma era a disposizione solo da 0.18, per
cui sicuramente ho modificato le caratteristiche del trasformatore, ma tra
l'accrocco fatto precedentemente ed il lavoro pulito presente ora, preferisco
avere dei bassi poco penetranti ...
Una volta sistemato anche il trasformatore d'uscita,non mi rimane che finire di
pulire e lucidare il telaio e tutto quello che sopra e sotto vi si trova per poi
dedicarmi al mobile in legno.
Come detto all'inizio dell'articolo, il mobile si presentava in buone
condizioni, nulla di particolarmente devastante.
Ho provveduto, prima di ogni intervento, a pulire il legno con un panno bagnato
di acqua calda e sapone di Marsiglia in essa sciolto: si pulisce velocemente ma
energicamente con il panno bagnato e con un panno asciutto si tampona subito
dopo, non dando così il tempo all'acqua di andare in profondità.
Subito dopo ho cercato di supplire alla mancanza di piccoli pezzi di
impiallacciatura facendo colare della cera fusa nei punti incriminati e
eliminando l'eccedente con delicatezza.
Il risultato lo potete vedere nelle foto.
Per ultimo, ho utilizzato un prodotto specifico per lucidare il legno, passato
con un panno di lana fino al completo assorbimento del liquido ed all'apparire
di una bella lucidatura superficiale.
Come gli esseri umani, anche il legno delle radio brama avere cure e coccole.