Chissà cosa ci passa per la testa quando decidiamo di riparare, restaurare, riportare in vita un'apparecchiatura d'epoca.
Chissà cosa ho pensato quando ho visto questa radio lampada, già pulita dalla
sporcizia che si era accumulata nei mesi che era rimasta abbandonata in mezzo
alla campagna, in una discarica a cielo aperto: probabilmente ho solo
pensato all'amico che me la dava e alla gioia che traspariva nei suoi occhi e
nella sua voce al pensiero di averla in casa.
Vi mostro le foto dello
smontaggio dei vari pezzi e dello stato degli stessi.
A prima vista,
fortunatamente, le plastiche erano intatte con pochi graffi: il mio amico aveva
comunque provveduto a lavarla energicamente prima di portarmela perché l'aspetto
in discarica era tutt'altro e non bello a vedersi e toccarsi; all'interno invece
si intravedevano ancora la sporcizia ed i danni che l'acqua aveva fatto.
Quindi, operativamente parlando, le fasi sarebbero state due: dopo lo
smontaggio, l'accurata pulizia delle plastiche e la riparazione, ripristino,
restauro della parte elettronica.
Indovinate un po'? Tanto per
cambiare mi sono dimenticato di fare le foto alla parte della pulizia plastiche
:-)
Per la parte elettronica, la situazione non era delle migliori: ruggine
ovunque potesse attaccare, tanta sporcizia, tanta corrosione dovuta all'acqua,
tanto calcare sparso ovunque. Faccio foto da tutte le angolazioni ed inizio
a smontare con l'obiettivo di staccare la radio da tutto il resto ed operare
prima sulla ricezione per poi lavorare sull'alimentazione e le commutazioni.
Verde positivo e nero negativo in comune con un capo dell'altoparlante.
Immagino che al massimo, la tensione di alimentazione sia 9V per cui,
alimentando piano piano con l'alimentatore da banco cercherò di carpire qualche
flebile alito di vita.
A 2,5V iniziano a sentirsi lievi scricchiolii
dal potenziometro del volume e poi più nulla fino a 9V, l'assorbimento
praticamente nullo.
Gli elettrolitici non hanno un bell'aspetto per
cui decido, viste le condizioni meteo avverse a cui è stata sottoposta la radio,
di cambiarli tutti in blocco (tutti erano in forte perdita o in corto) e di
pulire accuratamente tutto il circuito stampato, almeno dalla parte delle
saldature.
C9 = 5uF (sostituito con uno da 4.7uF) C12 = 100uF C16 = 200uF
(sostituito con uno da 220uF) C18 = 300uF (sostituito con uno da 330uF)
C19 = 2000uF (sostituito con uno da 2200uF)
Una volta sostituiti gli elettrolitici, torna la ricezione, anche se piena di
scrocchi, e si riesce anche a regolare il volume ma per poco, poi l'audio torna
ad affievolirsi fino a tornare un fruscio non regolabile.
Mi fermo un
attimo e decido di rompere le scatole al mio amico
Tonino che lui oltre ad essere uno forte in generale, è uno
che i transistor li mangia a colazione :-)
Mi dice, guarda, è il
classico caso della deriva termica di un transistor, prova con i finali audio
che in genere hanno le probabilità maggiori, poi passi ai driver dei finali (in
ordine prima i transistor al germanio, poi quelli al silicio se presenti) ed
infine controlli i valori delle resistenza a carbone.
Ve l'ho già detto che Tonino è uno di quelli forti, di quelli che avresti voluto
avere come professore alle superiori, di quelli che vorresti avere come amico in
generale oltre che come passione collezionistica ed hobbistica? :-) :-)
Ho tre cassetti di transistor al germanio raccolti negli anni, ed ho preso la
palla la balzo per archiviarli correttamente ben suddivisi, imbustati e
etichettati.
Ho molti AC142 ma solo due AC141 e li voglio tenere per
le emergenze, però ho molti AC187 e AC188, la maggior parte col corpo a
parallelepipedo.
Li testo sia con il mio vecchio ICE 680R analogico
che con i moderni prova transistor.
Trovo invece molta difficoltà nel
togliere, una volta dissaldati dal circuito stampato, i due finali originali a
causa della ruggine e delle incrostazioni sull'aletta di raffreddamento e sul
corpo dei transistor stessi. Uno è un AC18x (numero cancellato) mentre
l'altro è un AC185, chiaro sintomo che la radio era stata già riparata a suo
tempo.
Fatto lo scambio, la situazione non cambia, l'audio parte bene ma poi scema nel
solito fruscìo. Controllo le resistenze e la ntc ma i valori sono buoni.
Decido quindi di rimontare i finali originali e procedere a ritroso con il primo
transistor driver che incontro, il Q5. E' un AC138 sullo schema ma trovo
montato un SFT353 (che fortunatamente ho in gran numero). Una volta montato
il nuovo transistor, il difetto scompare e si riceve con buona sensibilità la
RAI sulle onde medie (e se si sente nel mio sgabuzzino, altrove è una bomba).
Una veloce regolata alle medie frequenze per avere il massimo segnale con la
migliore qualità audio e la riparazione della parte radio è quasi conclusa.
Ora una bella spruzzata di spray pulisci contatti per il potenziometro del
volume e poi il condensatore variabile che proprio non mi va giù: all'interno si
possono vedere anomali accumuli biancastri di calcio dovuti ad infiltrazioni di
acqua piovana (ricordate che stava buttata in una discarica?). Decido
allora di prenderne uno di recupero dal cassetto apposito e, una volta
sostituito il variabile, la radio torna al suo originale funzionamento (insomma
si sente bene per la peppa e la peppina, nonostante le intemperie e nonostante
lo schifo di altoparlante che ha subito una bella pulizia radicale).
Passiamo ora allo "sgrippamento" dei commutatori ed alla verifica dei componenti
sulla basetta intermedia. Ponte raddrizzatore al selenio in corto (e pure
con tanta ruggine), fusibile fuso, lampadina con terminale tagliato filo vetro,
condensatori ceramici di filtro in perdita.
Il fusibile risulta essere un
0.25A che non ho e che sostituisco momentaneamente con uno da 0.20A.
La lampadina, non si capisce da schema se sia da 24V oppure da 2,4V. Il
trasformatore di alimentazione, pulito dalla ruggine, al controllo ohmetrico
risulta essere in buon stato.
La lampadina è usata come
stabilizzatrice di tensione nell'alimentazione della radio. Sullo schema,
che non si legge perfettamente, sembrerebbe una 24V 50mA però, messa quella, la
tensione si stabilizza a circa 9,2V ma la luminosità è praticamente inesistente.
Provo allora con una lampadina da 2,4V ma, una volta sostituita, fa un sacco di
luce ma la tensione di alimentazione non supera i 2V.
Mi viene in mente, visto il numero di pezzi nel cassettino, di utilizzare le
lampadine colorate ad incandescenza delle luminarie degli alberi di natale e,
una volta sostituita, ho una alimentazione in continua stabile ad 8,7V con un
buon volume audio.
Ora non resta che testare la sezione lampade.
Dopo aver pulito il portalampada anch'esso tutto arrugginito, provo a mettere
l'unica lampadina che ho con attacco piccolo, una led, e non si accende nulla.
Rismonto la radiolampada, collego il tester in tensione alternata con dei
coccodrilli, premo il tasto mezza luce 110V, lo ri-premo e poi spingo il pulsante
luce piena e nulla, solo 10V. Allora ricontrollo tutto, collegamenti,
schema elettrico, continuità tra i pin ed i rami dei commutatori e nulla, non ne
cavo un ragno dal buco e me ne vado sconsolato a dormire.
Si racconta che la notte porti consiglio, in realtà ci ha messo più di 24
ore l'idea a sortire fuori da un anfratto della psiche...e se per accendere la
luce piena i due pulsanti devono essere premuti in sequenza ed insieme?
(premetto che io di radiolampade ne ho avute e rivendute, ma si parla di una
quindicina di anni fa, quando compravo di tutto per cui, i ricordi sono
appassiti come l'uva al sole :-) ).
Facciamo che il tester sia il
nostro metro di valutazione della bontà dell'idea:
pulsante mezza luce
premuto ---> 110V
lascio il pulsante mezza luce premuto pulsante luce piena premuto ---> 220V
Sono un pirla contento :-)
Sono soddisfatto, ho riportato in vita un
oggetto destinato a scomparsa certa se non fosse stato raccolto dalla discarica.
Ora andrà a fare bella mostra di se a casa di un amico.
P.S. recuperi
del genere sono solitamente antieconomici e di remissione certa ma,
fortunatamente, si fanno ancora le cose per passione ed amicizia ;-) :-)
In ultimo una bella carrellata di immagini del risultato finale.