Questa radio la comprai nel lontano anno 2000 al mercato dell'antiquariato di
San Marino.
Ora è andata altrove ma lascia una traccia di se insegnandoci come modificarla
per essere alimentata a 220V invece dei 160V massimi per cui era progettata.
Lascia anche molte sue foto precedenti la rinascita funzionale.
Buona visione.
Partiamo dal presupposto che tutte le radio progettate senza trasformatore o
autotrasformatore aventi un cambio tensione (in genere fino a 160V), scaldano
molto. Modificare la radio con il metodo descritto in seguito, porta a valutare
il tipo di materiale con cui è costruito il mobile, quali siano le sue
dimensioni e quindi quale sia lo spazio a disposizione per lavorare, se nella
parte interna dello chassis è presente lo spazio dove alloggiare in sicurezza le
resistenze di caduta e se la loro presenza non influisce sul funzionamento degli
altri componenti. In genere questo tipo di modifica è possibile su mobili di
dimensioni medio/grandi o su mobili in legno o bachelite che meglio sopportano
temperature più elevate ma è assolutamente da sconsigliare su mobiletti piccoli
in plastica e materiali affini che farebbero inesorabilmente una liquefacente
fine (ne è dimostrazione la miriade di mobiletti anni '50 e '60 distrutti dal
calore che ovunque, nel nostro ambiente, capita di trovare ed osservare).
Dopo questa dovuta prefazione, con il ricordarvi che non sono responsabile dei
danni che possono accadere quando si effettuano queste modifiche, passiamo a
fare due calcoli aritmetici.
Come al solito, la modifica non sarà unica, ma tante modifiche inerenti la
conformazione del circuito che dobbiamo trattare. In genere esistono tre filoni
di alimentazione: la prima riguarda l'alimentazione dei filamenti, la seconda
l'alimentazione della placca della raddrizzatrice per la fornitura dell'anodica
e la terza ed ultima, ove previsto, per l'alimentazione delle lampadine della
scala parlante. Nei nostri esempi prenderemo in considerazione la modifica per
l'alimentazione dei filamenti ed una possibilità di sostituzione delle lampadine
a 125V che, come tutti ben saprete, non sono da anni più fabbricate.
Partiamo dai filamenti. Dalle caratteristiche delle valvole utilizzate, si
ricava la singola caduta di tensione che il filamento attua, alla corrente
costante a cui esso e gli altri filamenti sono sottoposti; nel nostro caso
avremo:
Vf = 12TE8GT+12SK7GT+12SQ7GT+50L6GT+35Z4GT = 12+12+12+50+35 = 121V
Ora bisogna calcolare la caduta di tensione che l'inserzione in serie del diodo
porta, la quale sarà uguale a:
Vd = Vrete * 0,71 = 240*0,71 = 170,4V
cioè, dalla parte dei filamenti non avremo 240V bensì 170,4V. Calcolata questa
tensione, potremmo ricavarci la caduta di tensione che dobbiamo generare
inserendo una opportuna resistenza di caduta e risolvere così il nostro
problema:
Vcaduta = Vrete - Vd = 240 -170,4 = 69,6V
Ora abbiamo tutti i dati per calcolare la resistenza di caduta (0,15 sta per
0,15A cioè 150mA):
Rtot = 69,6 / 0,15 = 464 ohm
Come avrete notato questi sono calcoli di valore generale senza aver preso in
analisi il circuito di alimentazione della radio. Infatti non abbiamo preso in
considerazione la tensione dei filamenti, la tensione impostata sul cambio
tensioni e le resistenze di caduta già presenti nella radio. Il nostro compito
sarà quello di utilizzare quello che già si ha ed adattarlo ai calcoli teorici,
tenendo conto delle tolleranze e di una certa larghezza di valori a qui potremmo
voler sottostare.
Osservando lo schema elettrico, si può vedere come per un cambio tensioni
posizionato per 160V, il termistore è bypassato (si utilizza solo quando la
radio è alimentata a 110V), la resistenza da 700 ohm è utilizzata per alimentare
la lampadina da 125V e l'unica resistenza utilizzata per abbassare la tensione
per i filamenti è quella da 230 ohm. Detto questo si capiscono i calcoli
precedentemente fatti; la resistenza di caduta da aggiungere in serie al diodo
per far tornare i calcoli dovrà quindi essere:
Rcaduta = Rtot - Rcircuito = 464 - 230 = 234 ohm.
Qui entrano in gioco le scelte e le approssimazioni di cui parlavo prima: le
resistenze hanno una loro tolleranza, sia quelle vecchie già presenti che quelle
nuove, le resistenze hanno valori standard dai quali non ci si può scostare se
non andando indietro negli anni con valori differenti da oggi, valutate voi se
sottoporre i filamenti ad un leggero aumento di tensione inserendo una
resistenza da 220 ohm, oppure sottoalimentarli con una resistenza da 270 ohm.
Vedete voi, dai valori di tensione nel circuito, dallo stato di usura che i
filamenti hanno di quello che avete nel cassetto, di come funziona la radio.
Sperimentate ma fatelo in sicurezza vostra e della vostra radio.
Io ho utilizzato una resistenza da 220 ohm 7W miniatura attaccata al
telaio(vedete le foto in fondo) e come diodo un BY255 che ha una tensione di
picco inversa di 1300V ed una corrente max di 3A. Sarebbe anche opportuno
mettere un fusibile per evitare che il corto del diodo possa portare alla fine
prematura dei filamenti, vedete voi qual'è la corrente di picco all'accensione e
regolatevi di conseguenza.
Per l'alimentazione della placca della raddrizzatrice il concetto è il medesimo,
dopo aver misurato la tensione di placca tramite variac a regime (oppure dalla
tensione deducibile dallo schema elettrico), si calcola la tensione di placca a
240V e, in funzione della corrente assorbita, si calcola la resistenza di
caduta. In genere una resistenza tra i 330 ohm ed i 470ohm, risolve il problema
ma tali valori sono puramente indicativi e vanno visti di volta in volta.
Un altro problema che si presenta è quello della lampadina. Quelle a pera da
125V utilizzate una volta non si trovano più. Il primo pensiero che viene è
quello di utilizzare lampadine a 220V delle medesime fattezze ma, quelle in
commercio, scaldano troppo: si tratta delle lampadine utilizzate per le lampade
notturne dei bambini, hanno la forma adatta ma un wattaggio di minimo 7W e non
va bene. La soluzione che ho adottato io in questo caso (dopo innumerevoli
ricerche su internet), è stata quella di utilizzare le lampadine di segnalazione
dei quadri elettrici che hanno una potenza di 3W e non scaldano eccessivamente,
l'unico inconveniente è quello di utilizzare un adattatore perché hanno la
filettatura piccola delle lampadine delle scale parlanti a 6,3V
(perdonatemi ma non ricordo al momento la nomenclatura). Dopo aver consegnato la
radio, per puro caso ho scoperto un negozio gestito da cinesi che vendeva
lampadine a pera come quelle originali dal consumo anch'esse di 3W (anzi sulla
scatola c'è scritto 3 candele). I costi? La lampadina di segnalazione da quadro
elettrico 1,5€ più il costo dell'adattatore mentre l'altra cinese 0,80€ senza
bisogno di adattatore.
Mi raccomando, bisogna modificare la cablatura dei fili che vanno alla lampadina
collegandoli direttamente alla rete dopo l'interruttore di alimentazione. In
funzione degli spazi non avete che l'imbarazzo della scelta, basta guardare le
dimensioni dalle foto: a sinistra a pera da 7W per l'illuminazione notturna, al
centro piccola da 3W da segnalazione quadro elettrico e a destra a pera da 3W
dei cinesi
Riporto anche la sigla presente sulle medie frequenze, nel caso dovessero essere
presenti nei vostri cassetti od in quelli dei mercatini e non sappiate
identificarle: la prima MF è siglata R81AH1, la seconda MF è siglata R81AH2.
Vi lascio con le foto del prima e del dopo, nella speranza che siano di vostro
gradimento e che servano anche a voi durante la riparazione della vostra radio.
Alla prossima.
P.S. mi scordavo questa cosa: dalla foto iniziale potete vedere che era stato
messo un diodo come modifica per la 220V in una riparazione precedente,
per la precisione era stato tra il piedino 7 della raddrizzatrice ed il piedino
8 della stessa relativo al catodo, praticamente raddrizzava qualcosa ma a
spiegarla tutta ....................................... eppure funzionava
..................................
Prima di essere curata...
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