Torna alla pagina degli articoli
(liberamente trascritto dalla rivista Sistema A Anno 1 Numero 1 Dicembre 1949)
Più di quanto si creda, un apparecchio guasto è proprio come un organismo
malato, e bisogna visitarlo, prima di emettere un giudizio. Il medico Ascolta e
palpa gli organi il cui funzionamento lascia a desiderare, e dalle reazioni trae
elementi dei quali si serve per determinare la malattia.
Lo stesso deve fare il radiotecnico: egli ha bisogno di effettuare delle
misurazioni, di toccare con un cacciavite certi determinati punti del circuito,
di fare tutta una serie di constatazioni che gli permettano di stabilire dove e
quale sia il guasto.
Naturalmente la migliore maestra in questo campo è, come sempre,
l'esperienza,tanto che non sbaglieremmo affatto se, adattando alla massima un
aforisma celebre, affermassimo che "è a forza di aggiustare che uno diviene
aggiustatore".
Ma in tutte le cose bisogna cominciare. E per cominciare ad imparare la tecnica
delle radioriparazioni bisogna pur seguire un metodo generale, che eviti di
procedere a tentoni. E' proprio questo metodo, quello che noi ci proponiamo di
esporre. Diciamo subito che ne esistono anche altri, ma questo noi lo seguiamo
da varii anni e crediamo possa rendere grandi servigi ai nostri lettori.
Quando vi viene portato un apparecchio, bisogna prima di tutto toglierlo dal suo
mobile; anzi è utile togliere anche l'alto parlante. In effetti, a meno che il
cordone non sia abbastanza lungo, e questo non è sempre il caso
disgraziatamente, il mobile può costituire una bella noia per la manipolazione
dell'apparecchio.
Spesso troverete che, a guisa delle gloriose bottiglie d'età veneranda,
l'apparecchio è ricoperto da uno strato di polvere, specialmente se da qualche
tempo non ha subito riparazioni.
Non c'è motivo per questo di tenere il broncio alla massaia: è logico che, non
avendo essa alcuna competenza in materia, non si arrischi a spolverarlo per
timore di guastare qualche organo. Lo sbarazzeremo noi dalla polvere mediante un
pennello, sia perché è più piacevole lavorare su di un apparecchio pulito, sia
perché questa polvere può mascherare il valore della resistenza di un
condensatore che può esser necessario verificare, come può essere essa stessa la
causa del cattivo funzionamento.
Dopo di ciò è bene assicurarsi di quale tipo si tratti (se di un variatore di
frequenza o di un apparecchio ad amplificazione diretta) e del suo genere di
alimentazione, se a corrente alternata o continua. Non c'è bisogno di avere
conoscenze tecniche assai profonde per questo. A dire il vero sono cose che si
fanno in pochissimo tempo, e quasi di istinto. E' bene anche assicurarsi di che
tipo di lampade sia fornito per la ricezione, ciò che da un'indicazione sulla
temperatura di riscaldamento.
Si passa allora all'esame a vista del telaio.
Prima di tutto occorre guardare se le lampade sono tutte al loro posto, se sono
ben assicurate nei loro supporti e, sovratutto, se si trovano nel senso giusto.
Questa verifica deve essere particolarmente accurata specialmente per gli
apparecchi forniti di lampade "octal", perché una di queste potrebbe essere
stata introdotta a forza nel supporto in un senso errato, ed in questo caso il
suo sprone si sarà certamente aperto un passaggio nella bachelite del supporto
stesso.
L'esame deve poi proseguire estendendosi ai pezzi principali ed ai cavi.
Per esempio, è facile constatare se il trasformatore di alimentazione è fuso,
essendo spesso visibile la carbonizzazione. In questo caso si osservano spesso
dei colaticci di vernice, e per di più l'odore che ne risulta costituisce di per
se stesso una indicazione.
Si verificheranno quindi con cura i condensatori, e specialmente le resistenze,
poiché è possibile individuare delle tracce di carbonizzazione che costituiscono
dati preziosi. Sapete che le resistenze a carbone sono formate da un supporto in
ceramica nel quale è inciso un canaletto elicoidale, contenente uno strato di
carbone. Quando una di queste resistenze salta, il carbone brucia su di una
frazione dell'elica, ciò che dà origine ad una traccia cupa ed opaca sulla
vernice che detta resistenza ricopre.
Con un cacciavite si toglie ogni connessione, ogni resistenza, ogni
condensatore: potremo così renderci conto se qualche saldatura non si sia rotta.
Se avete da fare con un apparecchio a corrente continua, vi consigliamo di
osservare che non siano fusi i due nastri metallici riunenti nell'interno
dell'ampolla i catodi ai fili che vanno alle spine della calotta. In tal caso,
la lampada è evidentemente fuori uso, ed occorre allora concludere che un corto
circuito esiste tra il polo positivo ed il negativo (quest'ultimo essendo
costituito generalmente dalla massa del telaio). Bisogna allora verificare con
una suoneria se il condensatore di filtraggio è in corto circuito e se qualche
raccordo che va al positivo si AT è in contatto con il telaio.
In ogni caso, prima di mettere sotto tensione un apparecchio, è sempre prudente
verificare se l'alta tensione è in corto circuito.
Dopo tutte queste verifiche preliminari, si può provare l'apparecchio con un
selettore, alfine di vedere come si comporta.
Nel caso che le lampade non si accendano (noi supponiamo, s'intende, che ci sia
corrente sulla presa del settore), occorre verificare con una suoneria le
condizioni del fusibile, del cordone del settore, e dell'interruttore del
potenziometro ed assicurare la chiusura del circuito.
Per quanto concerne il cordone sarà bene guardare se il guasto è verso la presa
di corrente o in prossimità del telaio, perché questi sono i luoghi nei quali è
sottoposto ad un maggior logorio: quando ciò succede, basta tagliarne qualche
centimetro e tornerà in buono stato.
Una volta accese le lampade,vari casi possono presentarsi. L'apparecchio è muto,
od emette suoni insignificanti, o funziona male (deformazione, mancanza di
sensibilità, mancanza di selettività). In questi tre casi la riparazione
consisterà nel localizzare in quale stadio ha luogo l'inconveniente e
determinare l'organo difettoso nell'interno dello stadio stesso.
Le ricerche cominceranno sempre dall'alimentazione (verifica delle tensioni),
poi, risalendo i vari stadi uno dopo l'altro, lampada finale, preamplificatore
di bassa frequenza, rivelatore, amplificatore media frequenza, oscillatore,
amplificatore di alta frequenza.
Quando l'apparecchio non dà alcun suono, esiste un metodo assai semplice per
rendersi conto se il guasto sia prima o dopo la rivelazione. Basta posare il
dito sul corno o sulla cresta che corrisponde alla valvola preamplificatrice di
bassa frequenza: quando s'intenderà nell'alto parlante un rumore, come un brusìo
intenso, si dovrà ricercare il guasto negli stadi precedenti alla rivelazione,
altrimenti nello stadio finale, od in quello di preamplificazione di bassa
frequenza.
Un metodo più completo, in quanto offre anche chiare indicazioni sulla qualità
di riproduzione dello amplificatore di bassa frequenza, consiste nell'inserire
tra la massa e la griglia della valvola amplificatrice di BF un pick-up e nel
suonare un disco.
Se l'amplificatore di BF si rivela normale, si passa agli stadi precedenti.
L'impiego di una eterodina facilita grandemente il lavoro. S'invia alla griglia
dello stadio da sperimentare un segnale la cui frequenza è regolata su quella di
accordo dei circuiti che costituiscono questo stadio, tenendo presente che
questo segnale deve essere modulato a bassa frequenza. Se tutto è a posto, la
modulazione deve essere riprodotta dall'alto-parlante. Lo stadio attraverso il
quale il segnale non viene reso, sarà quello da verificare.
Se non si possiede una eterodina, si può ricorrere ad un mezzo assai più
rudimentale, ma che fornisce egualmente indicazioni preziose. Questo mezzo
consiste nello strofinare la cresta della griglia di ogni stadio con un oggetto
metallico, seguendo l'ordine di successione che già abbiamo indicato. Lo stadio
nel quale quest'operazione non dà alcun rumore nell'alto parlante sarà quello
incriminato.
In linea generale si può dire che quando l'alto parlante "sputa", vi deve essere
un contatto errato in qualche parte (lampade, cavi avvolgimenti). Toccando con
una piccola massa di caucciù le differenti parti del montaggio, si può arrivare
a localizzare il pezzo difettoso. Si può giungere a tale individuazione anche
togliendo le varie lampade una dopo l'altra, ma attenzione a non togliere per
troppo tempo la valvola finale, perché la sua soppressione provoca una
sovratensione che può pregiudicare i condensatori di filtraggio.
Torna alla pagina degli articoli