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Dopo il favore con cui i lettori hanno accolto il prontuario per la soluzione
dei problemi inerenti la legge di Ohm, pubblicata in uno degli scorsi numeri
torno a mettere a disposizione degli appassionati della radiotecnica un'altra
tabella di grandissima utilità, che permetterà loro di risolvere gran parte dei
problemi relativi ai circuiti oscillanti ed alle risonanze che potranno
presentarsi loro nel corso delle frequenti esperienze.
L'applicazione della tabella è della massima facilità ed alla portata anche di
coloro che non conoscono le principali formule che reggono la radiotecnica.
Tutti i problemi possono essere risolti, col semplice aiuto di un pezzo di refe
nero molto sottile, che possa essere teso al di sopra delle tre linee che
compongono la tabella.
Quest'ultima è stata concepita in modo che possa essere messa a profitto in una
vastissima gamma di valori: le frequenze in essa considerate vanno dai 150
chilocicli ai 15 megacicli e permettono quindi di coprire l'intera gamma che
dalle onde lunghe, delle medie e delle corte, dai 2.000 ai 20 metri. In fatto di
capacità sono considerati tutti i valori compresi tra i 10 ed i 1.000 picofarad;
infine anche in fatto di induttanze sono considerati tutti i valori compresi tra
i 10 ed i 1.000 microhenry.
La concezione originale della tabella permette la rapida individuazione dei
valori massimo e minimo di una delle grandezze quando una delle altre due sia
variabile: l'esempio più tipico di applicazione di questa inserzione di
variabili è quello di stabilire ad esempio, quale debba essere il valore di una
induttanza da collegare in parallelo con un condensatore variabile di valore
massimo e minimo noti, quando si debba con tale circuito oscillante coprire una
determinata gamma di frequenza, come ad esempio accade allorché si sta
progettando un circuito oscillante adatto per una data gamma d'onda. Più avanti
darò gli esempi in proposito.
A parte questo problema pure assai importante, sono risolvibili, con la tabella,
anche tutti i problemi semplici, quali:
- Quello di trovare il valore di induttanza necessaria per creare con un dato
condensatore di valore noti, un circuito oscillante per una determinata
frequenza o lunghezza d'onda, necessità questa che come quella considerata nel
paragrafo che segue, si presenta assai spesso nella progettazione di filtri ad
alta frequenza ecc.
- Quello di determinare il valore di un dato condensatore che collegato con un
valore di induttanza di valore noto, permetta la creazione di un circuito
oscillante atto a risuonare su di una data frequenza o lunghezza d'onda.
- Quello di stabilire quale sia la frequenza di risonanza e quindi anche la
lunghezza di onda di un circuito oscillante i cui valori di induttanza e di
capacità siano noti e questo è assai interessante specie a quegli sperimentatori
che abbiano a disposizione un notevole assortimento di condensatori fissi e di
induttanza.
- Non è nemmeno da trascurare la possibilità inversa, ossia quella di
accertare quale sia il valore di un condensatore di valore ignoto, posto in
parallelo con una induttanza di valore noto e che con essa formi un circuito
oscillante che risuoni su di una data frequenza o lunghezza d'onda
- Quanto detto nel paragrafo 4 in merito al condensatore è applicabile al caso
delle induttanze, allorché capiti di esperimentare su di un certo numero di esse
che abbiano valori sconosciuti. Si comprende come questa possibilità sia da
tenere nel giusto conto, dato che permette di effettuare con sufficiente
precisione la misurazione di induttanze e condensatori senza richiedere l'uso di
costosi strumenti di misura.
Per chiarire il sistema di uso della tabella stampata qui a fianco, ritengo che la migliore soluzione sia quella di esporre una serie di esempi.
ESEMPIO 1
Se interessa sapere il valore di un condensatore da unire ad una induttanza data
di 50 microhenry allo scopo di creare un circuito oscillante che risuoni su di
una frequenza di 1600 chilocicli: prendiamo il filo nero, lo tendiamo e lo
posiamo sulla tabella in maniera che intersechi la scala delle induttanze
(quella a destra) in corrispondenza dei 50 microhenry, poi curando di mantenerlo
su questo punto facciamo in modo che il filo passi anche per il punto dei 1600,
della scala dei chilocicli (quella al centro). In queste condizioni terremo
fermo il filo e leggeremo il numero indicato nel punto in cui esso interseca la
linea delle capacità, ossia quella a sinistra. In tale punto leggeremo il numero
200 e questo sta ad indicare che per formare un circuito oscillante che risuoni
a 1600 chilocicli occorre porre a fianco della induttanza da 50 microhenry un
condensatore da 200 picofared circa.
ESEMPIO 2°
Se interessa sapere quale sia il valore di una induttanza che posta in parallelo
con un condensatore fisso da 400 picofarad, risuoni su di una frequenza di 650
chilocicli; si tende il filo e si fa in maniera che intersechi la linea della
frequenza (al centro) nel punto contrassegnato col numero 650 e
contemporaneamente intersechi la linea delle capacità (a sinistra) in
corrispondenza del punto contrassegnato col numero 400; osserviamo poi dove il
filo, mantenuto fermo in tale posizione, intersechi la linea delle induttanze da
destra) e leggiamo, in tale punto di intersezione, il numero 650 (
questo si
tratta di un errore di stampa in quanto nelle parole che seguono, si capisce che
il numero è 150): questo sta a dimostrare che per un circuito oscillante in
cui la capacità sia di 400 picofarad e che risuoni su di una frequenza di 650
chilocicli, l'induttanza debba essere del valore di 150 millihenry. Il valore
delle tratteggiature fatte lungo le tre linee verticali può essere arguito
osservando i due numeri tra i quali tali tratteggiature sono comprese (fare
eventualmente uso di una lente).
ESEMPIO 3°
Se debbasi calcolare quale possa essere il valore dell'induttanza da usare in
unione con un condensatore variabile che abbia come capacità minima 50 e come
capacità massima, quella di 500 picofarad, allorchè interessa coprire, con la
manovra del condensatore stesso una gamma che vada dai 500 ai 1600 chilocicli
(la gamma delle onde medie):
tendiamo il filo e facciamo che passi sia per il punto corrispondente ai 500
picofarad che per i 500 chilocicli (
alla massima capacità corrisponde la
minima frequenza); prolungato verso destra vediamo che esso interseca la
linea delle induttanze nel punto corrispondente al numero 200. Ripetiamo
l'operazione facendo però passare questa volta, il filo dal punto dei 50
picofarad a quello dei 1600 chilocicli (si tenga presente che quando la capacità
di un circuito oscillante viene diminuita, aumenta invece la frequenza di
risonanza). Osserviamo che il filo, prolungato verso destra interseca la linea
delle induttanze in un punto assai prossimo al numero 200, e questo sta a
dimostrare che per coprire con un condensatore variabile la cui capacità possa
essere variata dai 50 ai 500 picofarad, una gamma di frequenze comprese tra i
500 ed i 1600 chilocicli, occorre creare un circuito oscillante che oltre al
condensatore in questione comprenda una induttanza da 200 microhenry.
Naturalmente, eventuali piccole tolleranze sono ammissibili.
Si tenga inoltre presente, che in quasi tutti i casi può darsi agli effetti
pratici si verifichino delle condizioni tali da infirmare la verità della
tabella: spesso ad esempi, accade che usando un condensatore da 50 picofarad ed
una impedenza da 200 microhenry non si riesca a raggiungere la frequenza dei
1600 chilocicli; in tali casi occorre tenere presente che le induttanze
contengono anche una certa capacità compresa tra le loro spire; ora, tale
capacità si aggiunge alla capacità minima del condensatore variabile
aumentandola e da questo risulta che essendo la capacità risultante maggiore ai
50 picofarad, la frequenza dei 1600 chilocicli non sia più raggiungibile, a meno
che si adotti un condensatore variabile con capacità minima inferiore ai 50
picofarad oppure si faccia uso di una induttanza speciale che abbia distribuita
tra le spire, una capacità estremamente piccola.
Prossimamente oltre ad altre utilissime tabelle illustrerò anche una formula
semplicissima che permette di stabilire il numero delle spire ed il diametro
delle induttanze a seconda del valore in microhenry che si desidera che esse
possiedano.
N.d.R. l'articolo è stato trascritto così come stampato, tranne due osservazioni
da me fatte e scritte in corsivo e tra parentesi. L'articolo è stato scritto
come se raccontato ad un amico che conoscesse il nome dell'autore: in realtà
l'articolo non era firmato e l'indice non c'era sulla rivista (non perché
mancassero delle pagine, non esisteva proprio l'indice).
Qui potete trovare le scansioni originali dell'articolo.
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